Ho sempre pensato che la cucina ricercata, il cibo perfetto, la visione di un piatto bellissimo ed il piacere che regala al palato, avessero radici profonde e parallele alla danza classica, che mi ha accompagnata per ben 15 anni.
Crescendo vicina a due discipline così apparentemente opposte ma così identiche nel modo di comunicare, ho naturalmente cercato di farle dialogare.
Da adulta mi sono resa conto che, quella stramba idea di voler mangiare il risultato di una cucina creativa e ricercata (quante pretese già da ragazzina!) pur mantenendo uno stile di vita “healthy”, stava diventando un’esigenza sempre più comune.
Da appassionata prima e professionista oggi, ho la fortuna di incontrare spesso ospiti “consapevoli” in fatto di cibo, cucina, salute e benessere, la maggior parte anche sportivi amatoriali.
Ci sarebbero un sacco di riflessioni divertenti su come si sia capovolto il mondo in questo senso: sono nata e cresciuta in un’epoca in cui se facevi sport era per perdere peso o perché te l’aveva prescritto il dottore, se eri magro non eri una figura autorevole in fatto di cibo (e sicuramente si chiedevano se avessi anche qualche malattia strana), se eri vegetariano (per qualche anno lo sono stata) le mamme andavano in crisi esistenziale.
Pur trovando ancora qualche resistenza fra i colleghi della vecchia guardia (sono magra, ho un fisico curato, e non ci dimentichiamo che sono donna in un mondo ancora molto maschile), la mia Cucina Smart sta crescendo molto, rappresentando l’anello di congiunzione fra sportivi e gourmand.
Essere “educati” in fatto di cibo non significa necessariamente scontrarsi con diete ferree, digiuni o pasti tristi e pallidi, bensì vivere la tavola con colori, sapori, alimenti selezionati e combinazioni vincenti, che regalano la stessa convivialità della tradizione che le nonne ci hanno sapientemente trasmesso.
Le parole d’ordine, nella mia cucina: ricerca, semplicità, bellezza, equilibrio, gusto, creatività, per un nuovo concept tutto dedicato alla moderna evoluzione della tavola.